MotM Op-Ed
Perdita di umanità nelle risorse umane:
la ripresa economica italiana attraverso lo sfruttamento del lavoro dei migranti durante il COVID-19

Originariamente pubblicato in collaborazione con Routed Magazine

 
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di Pamela Kerpius e Nick O’Connell


20 giugno 2020

Traduzione di:
Giulia Daltri

 
 
Fabulous (D) e Andrew (S), entrambi Nigeriani, a Limatola. 27 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius

Fabulous (D) e Andrew (S), entrambi Nigeriani, a Limatola. 27 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius


Arriviamo ad una stagione estiva  del raccolto in Italia segnata dal COVID-19 e dalla mancanza di cibo e di forza lavoro. Per questo, persone appartenenti alle comunità migranti sono chiamate ad aiutare. Ma ciò che traspare da questa richiesta di aiuto è un’idea radicata che i migranti non siano importanti per la loro umanità, ma per ragioni legate alla convenienza pratica.

Fabulous (Nigeria) è stato soccorso nel Mediterraneo nel novembre del 2016. Fin da subito, ha imparato a passare la maggior parte del tempo in casa. Non c’era nessun posto dove andare nella sua nuova città, un piccolo paese in un sud Italia con un’economia agricola. Oggi si trova ancora lì, quasi quattro anni dopo, senza un lavoro a contratto regolare, mentre aspetta l’esito della sua richiesta d’asilo.

Quando è arrivato a Catania, in Sicilia, 11 ore dopo l’attracco, né lui né gli abitanti della  nuova città sapevano abbastanza bene la lingua dell’altro per potersi salutare. Gli abitanti di quella città erano spaventati, ha detto. In ogni caso, le uniche scarpe che aveva per l’inverno erano un paio di sandali di gomma che aveva ricevuto in dono dopo il salvataggio. Era troppo freddo per uscire. Era troppo difficile cercare di entrare in contatto con una società che si sarebbe solamente degnata di riconoscere la sua esistenza.

‘Ho imparato ad essere paziente’, ha detto Fabulous, mentre il mondo attorno a lui si ripiegava su se stesso per la paura.

È probabile che il doloroso isolamento provocato dal distanziamento sociale sia stato una nuova esperienza per gli individui e le comunità, mentre il COVID-19 si abbatteva sul mondo nel 2020, ma per persone come Fabulous, appartenenti alla comunità migrante italiana, questa sensazione è qualcosa che hanno provato per anni.

Lui è un esperto in distanziamento sociale, anche se involontariamente. L’isolamento non è una scelta per i migranti, ma l’effetto di una forza politica che esclude, che è dominata dall’estrema destra italiana e che ha negato il valore contributivo di base dei migranti come esseri umani. Ma questo modo di pensare è molto diffuso.

‘Le nostre vite durante la quarantena non sono così diverse, perché anche prima solitamente interagivamo solo con quelli con cui viviamo e [con altri migranti] a lavoro’ ha detto Fabulous.

Gran Ghetto, Foggia. 8 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius.

Gran Ghetto, Foggia. 8 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius.


La narrativa politica prevalente ha definito persone come Fabulous come un peso sull’economia e come una minaccia alla cultura italiana. Nella migliore delle ipotesi, se mai verrà accettato, sarà per svolgere un servizio dettato dall’opportunismo  di un’economia agricola italiana che, se era minacciata prima della quarantena da coronavirus, ora è sotto assedio.

Per questa ragione infatti, è stato recentemente garantito a migliaia di migranti irregolari un permesso temporaneo di 6 mesi dal governo italiano per placare la mancanza di forza lavoro e cibo precedentemente menzionata.

Nel passato, migranti irregolari hanno dichiarato di guadagnare appena qualche euro all’ora per l’estenuante lavoro di raccolto di frutta e verdura. Peter, ad esempio, è un migrante proveniente dal Sierra Leone che vive in Puglia, nel famoso Gran Ghetto i cui abitanti sono impiegati come forza lavoro locale. Nell’autunno del 2019 ha detto di aver guadagnato 5 euro all’ora, chinato e senza sosta, per raccogliere pomodori, zucchine e asparagi.

Nel 2017, Fabulous raccoglieva tabacco per una piantagione in Campania che lo pagava 10 euro per 8 ore di lavoro giornaliere. Mentre Yanks, un uomo del Gambia anch’esso in Campania, ha detto che raccogliere noci gli faceva guadagnare 25 euro per una giornata di lavoro che poteva durare fino a 10 ore e quando il sacco delle noci che aveva raccolto era pieno, pesava 100 kg.

Queste cifre sarebbero scioccanti se non fossero così comuni. Come hanno detto Fabulous e altri, quando la scelta è tra lavorare sottopagati o non lavorare, accettare condizioni meno che ideali e un salario ingiusto vincerà sempre.

Quasi sempre, comunque.

Fabulous ha fatto un patto per ricevere un salario migliore, avendo infatti negoziato più del raddoppiamento passando da 10 euro a 25 nella piantagione di tabacco. In seguito, non è riuscito a aumentare la sua paga in una segheria da 30 euro al giorno a 55, che è quello che guadagnavano i suoi colleghi italiani con un contratto regolare. Si è licenziato in protesta per lo sfruttamento.

Era dignità umana quella che stava chiedendo, esattamente ciò che la politica italiana si è rifiutata di riconoscere e di promuovere attuando un'integrazione pianificata nella propria economia e società.

 
Lavoratori in lontananza; vicino alla strada per Gran Ghetto. Foggia. 8 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius

Lavoratori in lontananza; vicino alla strada per Gran Ghetto. Foggia. 8 ottobre 2019. ©Pamela Kerpius

 
 


La pratica della chiusura dei porti italiani e il rifiuto di salvare vite umane in mare hanno da tempo dato un’idea di come l’umanità sia così poco considerata dai poteri principali del paese. Quindi, se non è una sorpresa vedere i migranti chiamati al rapporto in una situazione in cui conviene, la domanda scomoda rimane: come si può avere una risorsa umana senza prima riconoscerne la stessa identità umana?

Le persone che sono state abbastanza fortunate da riuscire a raggiungere le coste italiane, ora sono piuttosto sfortunate nel modo in cui vengono trattate sulla terraferma. Disprezzati per essere lì. L’Italia, infatti, può essere un posto senza speranza per persone che hanno già sofferto indicibili abusi ai propri diritti umani in Libia e che hanno attraversato il Mediterraneo su mezzi precari come un gommone.

Il governo italiano ha dichiarato le proprie coste inadatte a ricevere migranti in difficoltà, citando preoccupazioni riguardanti la salute. Le autorità suggeriscono che i migranti stiano meglio in Libia piuttosto che in un’Europa in quarantena. Ma quest’affermazione ignora la realtà, ovvero che se una persona si trovasse davanti alla scelta tra vivere in una zona di guerra ed essere torturata in Libia, o scappare in Europa dove c’è una maggiore probabilità di contrarre il virus, il virus diventerebbe una preoccupazione piuttosto insignificante.

La pandemia che stiamo vivendo ha sottolineato la forza trainante delle migrazioni in Europa, e smentito componenti della retorica nazionalista anti-migranti: nel mezzo della più grave crisi sanitaria del secolo, le persone stanno ancora cercando di scappare dalla Libia, stanno continuando a rischiare le proprie vite in mare, perché è comunque  un’alternativa più sicura che restare fermi.

Per fare i primi passi verso un’economia stabile in questa situazione c'è bisogno quindi di dare valore all’umanità della comunità migrante. I nuovi vicini dell’Italia sono semplicemente questo: persone che sono già lì, la cui esistenza è vera ed è importante, a prescindere da ciò che dicapuò dire il pensiero politico prevalente.

‘Senza queste persone, l’agricoltura in Italia è in ginocchio’, ha detto un rappresentante del sindacato maggiore in Italia.

Questo vuol dire che con questo permesso temporaneo, l’Italia continua a riempire un costante bisogno di forza lavoro come se fosse temporaneo. Senza considerare il valore umano della comunità migrante, continua a vedere se stessa come esente da ogni responsabilità per quel che riguarda  la loro integrazione e il loro benessere, e come distante dalle persone intorno a lei che sono sia necessarie che desiderose di partecipare.

‘Siamo molto felici che l’Italia abbia salvato le nostre vite’, ha detto Ousman (Gambia), un altro membro della comunità migrante italiana, dopo essere stato soccorso a Lampedusa.

Ora aspettiamo solo di vedere se l’Italia esprimerà la stessa gratitudine verso di lui, Fabulous e altri come loro per averla salvata in una stagione del raccolto colpita dal COVID-19, non solo in termini economici, ma anche umani. Il tipo di riconoscenza che si deve sviluppare  da ogni singola persona fino alla nazione intera.