Vi Presento Yanks

Yanks 10 giorni dopo il salvataggio nel Mediterraneo e l’arrivo sull’isola di Lampedusa. Lampedusa, Italia; 28 aprile 2017. ©Pamela Kerpius

Yanks 10 giorni dopo il salvataggio nel Mediterraneo e l’arrivo sull’isola di Lampedusa. Lampedusa, Italia; 28 aprile 2017. ©Pamela Kerpius/Migrants of the Mediterranean

 

Vi Presento Yanks.

Ha 20 anni ed è originario di Serekunda, in Gambia.

Per raggiungere Lampedusa ha attraversato sei paesi: il Gambia, il Senegal, il Mali, il Burkina Faso, il Niger e la Libia, lo stato più pericoloso di tutti.

Il suo viaggio è durato quasi nove mesi. Ci ha messo due settimane per raggiungere Agadez, in Niger.

Ha attraversato il deserto del Sahara in due settimane su un pick-up con altre 25 persone. La traversata è durata oltre il doppio di quanto dura normalmente. Questo perché dopo essere partiti da Agadez il loro veicolo è stato attaccato da arabi che li hanno derubati e tenuti in ostaggio per una settimana. L’autista è stato gambizzato.“Eravamo tutti terrorizzati”, ricorda Yanks.

Ha raggiunto il confine ed è stato trattenuto per una settimana a Baye, in Libia (nome e ortografia della città non sono stati verificati) dove i rapitori hanno chiesto un riscatto.

Ha poi raggiunto Sebha, in Libia, dove è rimasto per un mese. Durante la sua permanenza in città è riuscito ad uscire dal centro di detenzione (a differenza di altri migranti con cui ho parlato) per lavorare ogni giorno. Ha lavorato nell’edilizia per 5-10 dinari al giorno.

È stato derubato una volta e gli sono stati portati via tutti i soldi; questo ha spaventato gli altri migranti che erano con lui. C’era un gambiano ingaggiato dagli arabi per rapire neri e imprigionarli per incassare un riscatto; quest’uomo è temuto così tanto che Yanks era già stato avvertito della sua reputazione da Bani Walid e Tripoli, in Libia, dove a quanto pare conduce i suoi affari.

Yanks ha poi raggiunto il campo costiero di Sabrata dove è rimasto per sei mesi senza un riparo, o un posto dove dormire o lavarsi. Quando l’ho incontrato a fine aprile nel 2017 mi ha mostrato le cicatrici sulle braccia e mani causate dal non poter lavarsi per così tanto tempo. In quei mesi non si è nemmeno potuto lavare i denti.

L’acqua a disposizione in questi cambi è salata e difficilmente potabile né utilizzabile per lavarsi. L’acqua in bottiglia è molto costosa e con i pochi soldi che aveva spesso diluiva questa con quella di rubinetto.

Non vedi niente.
Non vedi nessuna luce.
 

C’erano oltre 500 persone nel suo stesso campo. Yanks ricorda che all’interno del campo si è al sicuro. “Il problema è al di fuori,” dove i migranti sono continuamente esposti al rischio di essere rapiti e messi in schiavitù.

Capisco ora che essere “al sicuro” all’interno del campo vuol dire essere sotto costante sorveglianza dei  trafficanti che  hanno portato i migranti  al campo, dove restano, sospesi, fino al momento di imbarcarsi.

Questo per dire che i trafficanti al campo sono i “proprietari” dei migranti. Yanks dice che anche una volta a bordo c’è il rischio di essere venduti ad altri trafficanti per 300-500 dinari. E se succede, il migrante ritorna in un ciclo di schiavitù e al punto di partenza. Deve riguadagnarsi la libertà dalla Libia, ovvero l’attraversamento del Mediterraneo.

Yanks ha attraversato il Mar Mediterraneo un venerdì a mezzanotte su un gommone con altre 141 persone, tra le quali 21 donne, cinque delle quali incinte. C’era anche un neonato. È rimasto in mare per 12 ore.

Gli ho chiesto di descrivermi il mare. “Non vedi niente. Non vedi nessuna luce.”

È stato salvato dalla Guardia Costiera e portato a Lampedusa alle 6 del mattino di un giorno del week-end di Pasqua nell’aprile del 2017.

Yanks è un essere umano straordinario.

Traduzione: NOC